Si parla già da settimane dell’annunciata riforma fiscale del Governo in carica, e vi informeremo più nel dettaglio non appena ci sarà chiarezza sulle novità che ci aspettano. In tale contesto è stata resa nota una bozza che riforma le norme della tassazione internazionale, nella quale saranno oggetto di modifica i parametri per la residenza fiscale, con particolare riguardo all’individuazione del centro degli interessi vitali/personali.
Ha suscitato notevole clamore tra le altre cose l’intenzione di ridurre le agevolazioni per i cd. “impatriati”. Sembrerebbe comunque che le agevolazioni per chi attualmente già ne fruisce non verranno toccate. Di seguito quanto e previsto.
In primis viene ridotto l’ambito soggettivo di chi potrà fruire di dette agevolazioni: riguarderà soltanto lavoratori impatriati che sono stati all’estero almeno tre anni (fino ad ora due anni). Questi si dovranno impegnare a restare in Italia per almeno cinque anni (fino ad ora due anni). L’agevolazione attualmente riguarda lavoratori dipendenti in generale, in futuro si applicherà soltanto a lavoratori altamente qualificati: in pratica si torna a quanto previsto fino al 2019. Dovrà poi trattarsi di un rapporto di lavoro nuovo con un nuovo datore di lavoro, che non potrà essere parte del medesimo gruppo societario. Sembrerebbe che saranno agevolati soltanto i rapporti di lavoro dipendente ed assimilati così come i lavoratori autonomi, ma non le imprese individuali.
Infine viene ridotta la misura stessa dell’agevolazione: in futuro verrà detassato il 50% del reddito e non più il 70% (attualmente si tassa in pratica il 30% del reddito percepito), con un limite massimo del reddito agevolabile di 600.000 Euro/anno. Per i lavoratori autonomi/professionisti restano in vigore le regole “de-minimis” essendo tale vantaggio fiscale considerato come un contributo.
Le suddette novità hanno creato preoccupazione tra quelli che intendevano trasferirsi in Italia o che si sono trasferiti nel corso del 2° semestre 2023, convinti di potere fruire delle agevolazioni in base alle norme vigenti. In realtà chi si trasferisce in Italia nel secondo trimestre non potrebbe sfruttare le agevolazioni in quanto, come noto, vige la regola dei 183 giorni per la residenza fiscale in Italia, e dal 2024 non spetterebbero comunque più le vecchie agevolazioni.
A rasserenare gli animi ci ha pensato il Vice-Ministro Maurizio Leo che con una comunicazione su Facebook sabato scorso ha dichiarato che tutti quelli che trasferiscono la residenza in Italia entro il 31 dicembre 2023 avranno diritto di usufruire delle agevolazioni secondo le regole attualmente vigenti.
Con questi presupposti consigliamo a tutti quelli che intendono ancora sfruttare le suddette agevolazoni di trasferire rapidamente la residenza in Italia, tenendo conto che i Comuni hanno 45 giorni di tempo per effettuare le dovute verifiche al riguardo.
Restiamo a Vostra disposizione per ulteriori informazioni e chiarimenti.
Distinti saluti
Josef Vieider